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Bustine di zucchero al bar? Verso il divieto

Una proposta della Commissione Europea potrebbe portare alla loro sparizione insieme a imballaggi monouso per condimenti, flaconcini di shampoo e bagnoschiuma

Nel loro classico formato rettangolare o a forma di cilindro, siamo abituati a vederle raccolte sui banconi dei bar pronte all’uso.
Con gesti automatici ne afferriamo una, la apriamo e ne versiamo il contenuto nella nostra tazza di caffè o bevanda da dolcificare.
Ma il destino delle bustine di zucchero potrebbe presto cambiare. Perché la Commissione Europea ha presentato una proposta di Regolamento sugli imballaggi nella quale vengono espressamente vietati quelli monouso anche per lo zucchero negli alberghi, restauranti e caffetterie.

Addio alle bustine di zucchero

La proposta di Regolamento in particolare dice che saranno messi al bando “bustine, tubetti, vassoi e scatole”.
Se la proposta non sarà modificata quindi saranno “proibiti imballaggi monouso nel settore Horeca contenenti singole porzioni o porzioni, utilizzati per condimenti, conserve, salse, creme per il caffè, zucchero e condimenti, a eccezione di tali imballaggi forniti insieme ad alimenti pronti da asporto destinati al consumo immediato senza necessità di ogni ulteriore preparazione”.
Se dunque non vi saranno modifiche, i bar e i ristoranti europei dovranno dire addio alle bustine di zucchero e dolcificante, ma anche a quelle contenenti salse e condimenti di altro tipo.

Una tradizione iniziata all’inizio del secolo scorso

Se spariranno le bustine di zucchero si ritornerà probabilmente alle tradizionali zuccheriere sul bancone che metteranno la parole fine a una tradizione cominciata nel secolo scorso.
Anche se alcuni  fanno risalire l’ invenzione della bustina di zucchero già al 1862, quando sarebbe apparsa a Philadelphia, in realtà in Europa la “sucre pochette” sarebbe entrata in uso per la prima volta con i due parigini Loic de Combourg e Francois de la Tourrasse nel 1908.
Secondo altri studiosi, invece, la bustina di zucchero sarebbe stata inventata dal newyorkese Benjamin Eisenstadt, classe 1906, di professione inventore e imprenditore, morto nel 1996.
Da un caffè a Brooklyn, passò a fabbricare bustine di tè e successivamente propose ai grandi produttori di zucchero di confezionarlo in piccole bustine da pochi grammi ciascuna. Non avendo ottenuto un brevetto, però, gli zuccherifici gli rubarono l’idea senza riconoscergli nulla, ma lui non si perse d’animo e nel 1957 inventò la saccarina in polvere.

Altri imballaggi destinati a sparire

C’è molto altro oltre alle bustine di zucchero nel mirino della proposta di regolamento sul packaging per ridurre i rifiuti di plastica e altri materiali inquinanti, ora al vaglio dei governi nazionali e del Parlamento Europeo.
La lunga lista che la compono prevede che dagli hotel spariscano i flaconi da 50 ml di shampoo e bagnoschiuma, come pure saranno vietate alcune altre forme di imballaggio. Tra queste, per fare un esempio, quelle monouso per cibi e bevande consumati all’interno di ristoranti e caffè e monouso per frutta e verdura fresca, di peso inferiore a 1,5 kg, salvo comprovata necessità di evitare perdita di acqua o turgore, rischi microbiologici o shock fisici.

Inoltre se approvata, la norma metterà al bando tra le altre cose “gli imballaggi monouso per alimenti e bevande riempiti e consumati all’interno dei locali nel settore Horeca che comprendono tutte le aree di ristorazione all’interno ed esterno di un luogo di lavoro, con tavoli e sgabelli, aree in piedi e di ristorazione offerte agli utenti finali congiuntamente da più operatori economici o terzi ai fini del consumo di alimenti e bevande”. Da quest’ultimo caso tuttavia potranno essere esentati gli operatori che rispettano la definizione di microimpresa.

 

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